Questo è il testamento spirituale del nostro presidente Don Girolamo Flamigni, per tutti Don Mino, recentemente scomparso. Nelle sue parole ritroviamo lo specchio di una vita gioiosa, intensa, arricchita dalle tante relazioni autenticamente umane che Don Mino ha saputo coltivare con tutte le persone che lo hanno accompagnato negli anni. Pubblichiamo queste parole nel ricordo del sacerdote e dell'uomo, a beneficio di tutti coloro che vorranno rileggerle per ravvivare il ricordo e raccoglierne l'eredità.
"Oggi, 4 novembre 2014, a lode di Dio, Padre misericordioso, di Gesù che mi ha redento, nello Spirito Santo che ogni giorno mi vivifica, espongo queste mie volontà con la gioia di essere stato chiamato come Sacerdote di Cristo nella diocesi di Forlì-Bertinoro esercitando il mio ministero secondo la vocazione della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Sono grato a Dio Padre che ha avuto sempre tanta fiducia in me chiamandomi a collaborare per l’edificazione del suo Regno a Bertinoro come superiore in seminario, a Forlì come parroco di San Paolo (per qualche anno pure di Fornò e Bagnolo), presidente dell’Associazione e Cooperativa Paolo Babini e della Fondazione Opera Don Pippo; responsabilità che mi sono impegnato a svolgere con le mie limitate capacità, spesso con tanti errori, ma sempre con grande fiducia nel Signore.
Ringrazio tutte le persone che il Signore mi ha messo accanto, dai miei genitori, ai fratelli, ai Vescovi, ai superiori dei vari seminari che ho frequentato, ai confratelli, specie quelli che hanno condiviso la vita con me, in particolare Don Amedeo, che è stato la mia sicurezza e guida pastorale in tutte le attività e con il quale ho iniziato ogni giornata nella preghiera fino a quando non è stato fatto parroco della Pianta. Un grazie particolare a don Oreste Benzi (ci conosciamo dal 1959) per quanto mi ha insegnato sull’amore a Dio e ai fratelli, anche se ho praticato poco.
Un ricordo particolare ai sacerdoti giovani che sono passati in questa parrocchia, i quali, oltre all’aiuto concreto, mi hanno fatto rimanere sempre un poco “più giovane”: mi sono stati di stimolo nel cammino pastorale e mi hanno fatto gustare una vita di “famiglia”. Voglio ricordarli tutti: don Rino e don Emanuele (compagni di tante avventure quando in parrocchia accoglievano persone in grossa difficoltà!), don Mauro Petrini, don Davide Bruschini, don Giovanni Amati, don Massimo Masini, ed il più giovane don Mauro Dall’Agata, don Gabriele, ora mio parroco, con il quale si è stabilito subito un buon rapporto e che ammiro per la sua generosità e disponibilità, don Carlo Aka e infine don Cesare che ci ha portato, oltre alla sua cultura biblica, un bel clima di famiglia. Aver condiviso la vita con preti giovani, l’ho considerato sempre un dono del Signore e ringrazio loro e Lui.
Che dire dei parrocchiani di San Paolo (e pure di Fornò e di Bagnolo). Li ho amati e tanto! Ho trovato in loro tanta benevolenza e comprensione. Sono sempre stato un sacerdote e un parroco felice! Mi rammarico di non essere stato in grado di avvicinare tutti e soprattutto di non essere stato esempio vivo di amore a Dio e ai fratelli, specie a quelli in difficoltà. La mancanza più grande che sento, anzi il mio vero peccato è non aver saputo raggiungere tutte le famiglie della parrocchia, pur impegnandomi per attuare il progetto di Nuova Immagine di Parrocchia (NIP), limitandomi ad una pastorale di settore che, seppure bella e impegnativa, non raggiunge tutti ed in particolare il non aver insegnato ad amare la Chiesa, il dono di Dio all’umanità.
Un grazie particolare e profonda riconoscenza a tutti coloro che con generosità e responsabilità operano in tutte le attività della Parrocchia, dell’Associazione e Cooperativa Paolo Babini e dell’Opera Don Pippo. Il Signore mi ha circondato di persone stupende che vorrei ricordare per nome singolarmente, ma non è possibile: il loro esempio, la loro umiltà, generosità e fede, mi sono sempre state di stimolo a continuare in attività spesso piene di difficoltà e soprattutto superiori alle mie capacità. Rimango stupito del bene che nasce attorno a me senza alcun merito mio. Mi sono trovato ad assumermi tante responsabilità senza averle cercate ed ho sempre chiesto al Signore che mi sostituisse con persone più capaci di me… ma poi mi ha donato persone responsabili, capaci ed efficientissime. Quello che ho cercato di fare, è stato di pregare per tutti secondo le mie capacità, fidandomi profondamente del Signore convinto di ciò che dice San Paolo: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
Ricordo pure con affetto tutti i membri della Comunità Papa Giovanni ai quali ho voluto essere vicino soprattutto spiritualmente, sforzandomi di spronarli ad amare e a seguire il Signore, povero e servo. Chiedo loro perdono se non ne sono stato all’altezza.
Vorrei usare le parole più forti e riconoscenti per le mie sorelle, cognati e nipoti che mi hanno sempre dimostrato tanta attenzione e affetto, senza mai chiedermi nulla in cambio se non la gioia di volerci bene. Grazie.
Di fronte alla benevolenza di Dio che mi ha fatto dono di tanti collaboratori e di tanti esempi di vita di fede e di amore, mi sento in dovere di chiedere perdono per tutte le negligenze, dimenticanze e a volte cattiverie. Penso di aver dato scandalo con la mia poca carità e attenzione verso tutti, in particolare verso i poveri che hanno bussato con tanta frequenza alla parrocchia; la mia impotenza a risolvere i loro problemi e la loro insistenza spesso mi faceva perdere la calma e mi arrabbiavo. Il Signore mi perdoni. Pregate per me.
Sono contento di aver vissuto questa vita che il Padre mi ha donato, anche se sono stato un peccatore. Mi sono sforzato di fare sempre la sua volontà: credo di non aver mai detto di no al Vescovo, ma se lo avessi fatto ne chiedo perdono.
Sono felice di incontrare il Signore e in Lui tutte le persone care che mi hanno preceduto, i miei genitori, i miei fratelli, i parenti e la lunga schiera delle persone care della parrocchia, dai più giovani agli adulti. Quando sarò in paradiso, con loro, mi organizzerò per infiammare il cuore di tutti, soprattutto quello dei giovani, perché si innamorino di Gesù e sappiano donarsi a Lui con generosità, anche con scelte di vita coraggiose e gioiose: vi garantisco che in paradiso non mi darò pace. Al termine della mia vita vissuta nella gioia, non capisco come si abbia paura di donarsi al Signore in maniera totale e generosa.
Non ho paura della morte, ma temo invece di arrivare ad essa non cosciente e non preparato. Se sarò costretto ad affrontare una lunga malattia, chiedo perdono, qualora dovessi perdere il controllo delle mie facoltà e diventassi insofferente del dolore e delle persone che mi saranno accanto in quel momento.
Pregate molto per me, perché non debba soffrire a lungo in purgatorio prima di incontrare il Signore. Da parte mia pregherò per tutti voi singolarmente.
Desidero avere un funerale con tanti canti di gioia (l’Alleluia di Haendel ?!?) perché “sono arrivato a casa”.
Maria mi accompagni in questo incontro con Gesù.
Grazie a tutti e di tutto".
http://www.forlitoday.it/video/funerali-don-mino-flamigni-forli-san-paolo.html