Silvia e Francesco fanno parte delle Famiglie in Rete, sono cioè una famiglia aperta all’accoglienza verso l’altro. Hanno tre figli naturali –Margherita di 1 anno, Agata di 4 e Cecilia di 6 -ed un figlio in affido, Aboubakar (13 anni). Vivono l’esperienza della famiglia d’appoggio residenziale nella parrocchia di Bussecchio, casa famiglia San Vitale.
Hanno portato la testimonianza della loro esperienza al corso di preparazione al matrimonio della Parrocchia di San Paolo a giovani fidanzati, per raccontare come scelte “impopolari” possano a volte rappresentare, inaspettatamente, grandi opportunità.
Chi ben comincia…
Ci è capitato di trovarci una domenica mattina, davanti ad un gruppo di coppie che terminavano il loro percorso di preparazione al matrimonio. Avremmo dovuto parlare, a loro, della nostra esperienza di vita famigliare… matrimonio e accoglienza: di sicuro due parole poco gettonate di questi tempi.
Forse è proprio questo uno dei motivi per cui vale la pena parlarne, perché matrimonio e accoglienza famigliare hanno un importante comune denominatore che è la scelta di affermare, con convinzione, che l’altro è un dono per me… anche quando mi fa fare fatica, anche se non lo capisco, anche se ha un colore della pelle diverso dal mio.
Prepararsi al matrimonio significa domandarsi “che tipo di famiglia sogniamo di essere” e, in un’ ottica cristiana, “che tipo di famiglia siamo chiamati ad essere”.
In questo senso l’ accoglienza (declinata in diversi modi a seconda delle stagioni della vita) rappresenta un pilastro fondamentale per una vita a due, a tre, a cinque…
Sognare (e scegliere) di essere famiglie accoglienti, all’inizio di una vita a due, è una grande opportunità per scommettere sul futuro, avere uno sguardo diverso sulla genitorialità e non chiudersi in se stessi ma aprirsi agli altri e al mondo intero.
Chi ben comincia una nuova vita a due potrà sperimentare che l’altro è un dono per me.
Silvia e Francesco
Con Aboubakar, Cecilia, Agata e Margherita