Libera, l’associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti, ha contattato nel mese di giugno la Cooperativa Sociale Paolo Babini per chiedere di portare una testimonianza sul tema dell’incontro tra le generazioni.
In questi anni sono tante le cose da raccontare su questo tema avvenute all’interno della Casa d’Accoglienza San Paolo, luogo di accudimento e socialità per persone anziane ma allo stesso tempo luogo di presenza di giovani volontari e terreno fertile per progetti che cercano di favorire la riscoperta del valore dell’intergenerazionalità come il “Caffè per tutti”.
Facendo seguito a questo invito una piccola delegazione formata da Gigliola, Anita, Danjel e Francesco si è recata il 6 luglio scorso a Vernasca (PC), presso l’oratorio di San Genesio , per portare il proprio contributo in un gruppo formato dalla coordinatrice Emilia e da un gruppo di 14 ragazzi tra i 18 e 23 anni.
Dopo l’introduzione di Gigliola sul progetto Attivi in Rete e la presentazione del “Caffè per tutti”, Francesco ha parlato della Casa d’Accoglienza San Paolo partendo dal progetto iniziale fino alla situazione attuale attraverso l’evoluzione che la struttura ha avuto dal 2000, anno in cui è stata aperta.
Molto apprezzate da chi ascoltava sono state le testimonianze di Anita e Danjel.
Anita è una volontaria che ha raccontato come sia stata aiutata nel momento del bisogno e, dopo aver sperimentato questa accoglienza gratuita, abbia deciso di restituire ciò che ha ricevuto nel modo a lei più proprio, cioè diventando volontaria.
Danjel è un ragazzo di 26 anni che ha condiviso la sua esperienza e la forza degli incontri che si possono fare quando doni e ricevi aiuto, che spesso cambiano la vita e la arricchiscono. Grazie a queste relazioni Danjel ha affermato di “essere una persona migliore di prima”.
Nella discussione seguita alle testimonianze è stato messo in evidenza sia dagli operatori del campo di Libera sia dai ragazzi intervenuti come le buone relazioni create nel tempo e il clima di fiducia che si instaura tra le persone possano essere la chiave per una nuova socialità: chi fa esperienza di questo tipo di accoglienza e di aiuto disinteressato molto probabilmente metterà a sua volta a disposizione degli altri il suo tempo e le sue capacità creando un circolo virtuoso in grado di “contaminare” chi sta intorno e il loro stile di vita, verso l’obiettivo della creazione di un maturo Welfare di Comunità.